Salsa, passata, sugo, conserva … chiamatela come volete ma la cosa più importante di questa faccenda rimangono loro: i pomodori.
Eh sì, perchè come in tutte le cose fatte in casa – e non solo – la materia prima è quella che poi fa la differenza nel risultato.
In questo post vi racconto filo e per segno la mia avventura nella preparazione della salsa di pomodoro fatta in casa con i datterini dell’orto dei nonni.
Succede che quest’estate, mentre i Perillo’s erano in vacanza, ci siamo intrufolati nel loro orto e abbiamo fatto man bassa di pomodori: erano rossi, sodi, liberi da qualsiasi insetticida, sembrava ci chiamassero. E così, ci siamo armati di ceste e sacchetti per portarne a casa un bel po’.
Ma io, mica l’avevo mai fatta la salsa. Avevo solo partecipato da piccola … ma i ricordi erano un po’ confusi e felici.
Per fortuna, grazie al supporto di voi fan della Peri, ho racimolato consigli di qua e di là e ho trovato la mia via per preapara la passata. Ovviamente ci sono tante strade, come sempre in cucina. Qui provo a raccontarvi la mia.
Per prima cosa procuratevi la materia prima il più genuina possibile. Dicono che sarebbe meglio usare i peretti San Marzano, io in realtà anche con datterini e ciliegini sono andata alla grande. L’importante è che i pomodori siano ben maturi, meglio se biologici e che li laviate bene (magari con un po’ di bicarbonato).
Tagliateli grossolanamente e fateli bollire senza acqua in dei pentoloni. Mescolateli bene all’inizio in modo che non si attacchino, poi rilasciano il loro liquido e non c’è problema.
Mentre i pomodori cucinano che è una meraviglia, sterilizzate i famosi vasetti. Qui ci sono vari metodi: chi usa il forno, chi li fa bollire nell’acqua. Io li ho riempiti con 3 dita di acqua e li ho messi in microonde alla massima potenza per 3 minuti. Li ho quindi svuotati, capovolti e lasciati asciugare su un panno. Mentre per i vasetti potete fare così, per i coperchi vi consiglio di comprarli nuovi di volta in volta, per non avere sorprese col sottovuoto.
Ma torniamo ai pomodori che altrimenti si attaccano. Proseguite la cottura finchè sono ben sfladati e morbidi.
A quel punto, cercando di non ustionarvi, trasferite la salsa così com’è nella macchina apposita che separa le bucce e i semi dalla polpa. Se non ce l’avete, potete ricorrere al passa verdure, un evergreen.
Una volta che avete ottenuto la polpa, fatela rapprendere un po’ sul fuoco, in modo che perda il liquido in eccesso. Potete anche arricchirla con un po’ di olio extra vergine d’oliva e qualche foglia di basilico fresco.
E qui arriva il punto più delicato, almeno per me che non l’avevo mai fatto prima: il sottovuoto. Quando la salsa ha raggiunto la giusta consistenza, trasferitela all’interno dei vasetti sterilizzati fintanto che è ancora bollente. Via via che riempite un vaso, chiudetelo subito col coperchio energicamente e capovolgetelo a testa in giù.
Ripetete l’operazione per tutti i vasetti e iniziate a pregare. No dai scherzo, volevo dire, lasciateli riposare coperti da un panno, preferibilmente in un luogo buio e asciutto, per 24 ore almeno. Quando poi li capovolgerete, dovreste notare un lieve abbassamento del coperchio, segno che il sottovuoto si è creato. Evvai!
A questo punto, avrete un bel po’ di salsa genuina, casalinga, economica e a km zero da usare in tutte le salse, appunto. Il nostro primo test è stato questo!
Qui sotto è dove potete insultarmi e spiegarmi tutti i passaggi sbagliati che ho fatto e darmi le vostre dritte perchè a breve ho intenzione di cimentarmi di nuovo … ma siate clementi, sbagliando si impara 😉
per una maggiore sicurezza alimentare,ti consiglio di procurarti un phmetro (lo trovi a pochi su amazon) per accertarti che il ph sia inferiore a 4 in questo modo sarai tranquilla per quanto riguarda rischi come per esempio quelli riguardanti il terribile clostridium botulinum
Grazie Marco per il tuo consiglio così dettagliato. Era la prima volta che preparavo la salsa e non avevo in casa strumenti particolari. Magari però me lo procuro per la prossima 😉