E’ autunno (ma va?), toni caldi in ogni dove: l’arancio, il rosso, il giallo, il marrone. E anche nei piatti viene voglia di ritrovare lo stesso calore e armonia di colori. Si sa, la zucca è la regina di questo periodo, ma ho scoperto una cosa altrettanto dolce e arancione che un po’ le somiglia: la batata. Ovviamente, da esperta quale sono, fino a che il mio contadino-fruttivendolo non me l’ha piazzata lì davanti, io manco sapevo dell’esistenza di questa cugina americana della patata. Ma devo dire che seppur meno nota, è davvero buona.
Non è che adesso voglio mettermi a fare la sofisticata con ingredienti difficili da trovare, tranquilli sono sempre io (è finita dentro una frittata, per l’appunto) … ma il fatto è che sperimentare, fuori e dentro la cucina, è bello e ci dà l’opportunità di confrontarci e aprirci al nuovo, l’altro, il diverso. Quante pippe per un semplice tubero, voi direte, e avete pure ragione. Però amici, è – anche – a tavola che i nostri bimbi hanno l’occasione di conoscere la varietà: incontrare e apprezzare gusti e sapori diversi è un piccolo passo per crescere liberi in un atteggiamento di accoglienza e rispetto.
Batata, mi sa che ti ho dato fin troppa importanza. Dite che mi son fatta un po’ prendere la mano? Sarà quest’aria poetica dei viali dipinti… adesso non montarti la testa, neh, che comunque la frittata viene benissimo anche con le comuni patate!
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